Fino al 25 giugno è possibile iscriversi a Un gioco serio, giornata di sensibilizzazione sulla violenza assistita.
Si parla di violenza assistita quando una bambina o un bambino, una ragazza o un ragazzo fa esperienza di una qualsiasi forma di maltrattamento: atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale, economica; tra questi si inseriscono anche atti persecutori su figure di riferimento, come la propria mamma, ad esempio.
É importante che tutti coloro che entrano in contatto con i minori possano lavorare in rete, così da poter conoscere le storie e le difficoltà, sapere leggere tra le righe, e prevenire, proteggere e sostenere bambine e bambini, ragazze e ragazzi che hanno vissuto o stanno vivendo, una situazione di violenza all’interno di quello che dovrebbe essere il loro posto sicuro: la loro casa.
Per iniziare a costruire questa rete con tutte le realtà e gli attori che si occupano di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, Labirinto cooperatrice sociale organizza Un gioco serio, giornata di sensibilizzazione, venerdì 2 luglio dalle 17.00 alle 20.00 su piattaforma. La formazione è organizzata in collaborazione con l’Ambito Territoriale 1 di Pesaro.
L’incontro è dedicato in particolar modo ai referenti di società sportive, associazioni culturali, scuole di musica ed altri professionisti, tutte quelle realtà che accolgono bambini e adolescenti durante il tempo libero: è in questo momento che è importante saper vedere e ascoltare.
Per partecipare all’incontro e ricevere il link per accedere alla stanza virtuale è necessario scrivere a voci@labirinto.coop entro il 25 giugno.
Un gioco serio rientra nelle attività del progetto integrato L’Armadio, una risposta concreta alla violenza perpetrata in casa con l’obiettivo di attivare servizi per le donne vittime di violenza, per gli uomini maltrattanti, ma anche per i figli, spesso minori, che subiscono violenza assistita o diretta. Il progetto è curato da Labirinto cooperativa sociale insieme a partner istituzionali, istituti di formazioni e associazioni di Marche ed Emilia Romagna ed è finanziato grazie al Fondo di beneficienza Intesa San Paolo.