RIO E ARCHEO: quando l’inclusione socio-lavorativa cura il patrimonio archeologico-ambientale delle Marche
25 Marzo 2021Il progetto ha coniugato l’aspetto umano con la crescita della persona, l’impegno con il senso civico, le opportunità occupazionali con la tutela del patrimonio archeologico e ambientale delle Marche.
Si è conclusa la terza edizione di Rio e Archeo, il progetto dedicato alla cura e alla tutela del patrimonio archeologico e ambientale nella regione Marche. L’obiettivo del progetto, che ha preso il via a luglio 2018 ed è terminato a dicembre 2020, è stato creare reti di cooperazione per salvaguardare i beni archeologico-culturali e ambientali e, allo stesso tempo, offrire una formazione professionale e un’opportunità di inclusione socio-lavorativa a persone in situazione di dipendenza patologica e fragilità sociale.
Rio e Archeo è stato curato da Polo9, società cooperativa sociale, impresa sociale, Fondazione Exodus di Don Antonio Mazzi, Cooperativa Sociale L’Imprevisto, Oikos Onlus Jesi, Labirinto Coop Sociale, in collaborazione con Soprintendenza Archeologica delle Marche, Museo Archeologico Nazionale delle Marche, Consorzio di Bonifica delle Marche, Parco Naturale del Conero, Parco Naturale Monte San Bartolo e con il contributo della Regione Marche.
Durante i mesi delle attività, le persone inserite nei percorsi riabilitativi e di reinserimento lavorativo nelle diverse realtà che hanno dato vita al progetto sono state 62: 4 donne e 58 uomini, di età è compresa fra i 16 e i 60 anni, con storie diverse ma accomunate da un vissuto di dipendenza.
La parte “culturale” del programma, Archeo, è stata incentrata sue attività ergoterapiche, educative e riabilitative, manutenzione e salvaguardia, potenziamento della rete tra enti pubblici e privati; la parte “green”, Rio, invece ha coinvolto la prevenzione dal dissesto idrogeologico, la pulizia dei fossi e la cura del verde, la pulizia e manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua.
Gli interventi sono stati realizzati su 30 luoghi di interesse archeologico o ambientale, prevalentemente nel territorio delle province di Ancona e di Pesaro Urbino, alcuni nella provincia di Macerata.
Grazie alla collaborazione della Soprintendenza Archeologica delle Marche e del Museo Archeologico Nazionale delle Marche sono stati individuati siti archeologici, interventi mirati e le modalità di svolgimento migliori; il Consorzio di Bonifica delle Marche, il Parco Naturale del Conero e il Parco Monte San Bartolo hanno segnalato in maniera coordinata, quali fossero gli interventi più importanti ed urgenti da svolgere.
Le attività ergoterapiche sono state supervisionate da personale qualificato (archeologi, agronomi e educatori), così che le persone coinvolte hanno potuto imparare ad utilizzare attrezzature adeguate e specifiche, stando a contatto con la natura, scoprendo il territorio, impegnandosi manualmente e operando in squadra.
Il progetto è riuscito a coniugare l’aspetto umano con la crescita della persona, l’impegno con il senso civico, le opportunità occupazionali con la tutela dei beni archeologici e ambientali.
