Tre ragazzi in presenza e una ragazza a distanza del centro servizi educativi Viale Trieste insieme a un’illustratrice e un fotografo hanno ideato la copertina della sesta uscita del periodico Si può fare.

Il laboratorio di grafica ha realizzato l’illustrazione della copertina per la sesta uscita del tabloid Si può fare, periodico che dedica a ogni uscita una tematica ben precisa, condividendo e dando voce alle realtà, alle storie e alle competenze di chi, tutti, i giorni arricchisce e caratterizza il nostro territorio.

Il percorso per realizzare il soggetto della copertina ha coinvolto tre ragazzi in presenza e una ragazza a distanza del centro servizi educativi Viale Trieste insieme a Sabrina Gennari, illustratrice e coordinatrice degli artisti coinvolti nel progetto grafico della rivista, e Mattia Barbotti, fotografo e video editor della redazione di Si può fare.

Insieme si può fare, visioni del futuro è il tema sviluppato dal gruppo di lavoro dei giovani del centro di Viale Trieste. Un tema non semplice, che rischiava di essere dispersivo, ma che fin da subito è stato affrontato concretamente. Con un brainstorming iniziale, il gruppo ha individuato un punto da cui partire: un’idea di futuro in cui ognuno potrà trovare il suo posto, senza distinzioni e discriminazioni. É iniziata poi la fase creativa – operativa: sono stati individuati oggetti, strumenti utili per caratterizzare e rafforzare l’idea scelta.

Tra i diversi elementi presi in considerazione, ha avuto la meglio un mezzo di trasporto composto da tanti pezzi, piccoli e grandi, dove ciascuno trova il suo ruolo. Gli autori del disegno hanno potuto riflettere sulla differenza fra puzzle e mosaico: mentre nel primo gli incastri sono ben precisi, determinati e guidati, nel secondo gli incastri sono molto più liberi e permettono di mettere insieme infiniti pezzi, ognuno diverso dall’altro.

Ha preso vita così un’illustrazione interessante, ironica e visionaria, che si ispira all’idea fantastica del Castello errante di Howl, del maestro Hayao Miyazaki. Il progetto dell’illustrazione per la copertina di “Si può fare” si è sviluppato nell’arco di sei mesi, da fine maggio ai primi di dicembre. In questo periodo il gruppo si è ha lasciato influenzare da diversi stili e ricerche, fino ad arrivare a un magico Future truck, che a differenza dei suoi attuali antenati, si alimenta di parole, poesie e pensieri e, anziché bruciare gasolio, espelle musica.