Gli utenti dello cser Mosaico insieme agli studenti dell’ITET Bramante Genga verso l’universal design
14 Novembre 2022Un progetto per promuovere l’autonomia dei cittadini e valorizzare i luoghi del territorio.
Giovedì 3 novembre scorso alcuni utenti dello CSER Mosaico dell’ASUR AV 1 insieme agli educatori di Labirinto cooperativa sociale hanno preso parte al gruppo di lavoro per progettare e riqualificare un’area aperta dedicata allo sport nel Comune di Mombaroccio. L’iniziativa si inserisce nel progetto I Futuri Geometri progettano l’accessibilità, che ha già visto la partecipazione degli utenti e gli educatori del centro socio educativo e riabilitativo di Pesaro.
Caratteristica principale del progetto: l’accessibilità da parte di tutti. L’équipe è stata multidisciplinare. Per l’ITET Bramante Genga di Pesaro (PU) sono stati coinvolti: il professore Luca Bondi, la Dirigente scolastica, dottoressa Cinzia Biagini, il tecnico Nadia Mazzarella e un gruppo di studenti delle classi IV G e IV H, che hanno scelto di potenziare l’accessibilità della zona ai piedi del Santuario del Beato sante, all’inizio dell’area boschiva.
All’esperienza hanno collaborato il Comune di Mombaroccio, con il sindaco Petrucci Emanuele e il tecnico Iacopo Fiorani, per la consulenza sportiva il referente di Technogym Pasqualino Le Voci, insieme ai rappresentanti di diverse realtà del Terzo settore del territorio.
Queste ultime hanno potuto dare il loro contributo per verificare le criticità della zona in relazione a diverse forme di disabilità: la cooperativa sociale Alpha per le persone con disabilità mentale, alcuni utenti dello CSER Mosaico dell’ASUR AV 1 insieme agli educatori di Labirinto per la disabilità motoria, e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti rappresentati dalla presidente, Maria Mencarini, dalla referente dell’ambito educativo, Valeria Castrì e da Sebastiano Presti, professionista dell’orientamento U.I.C.I.
L’incontro con le associazioni del Terzo Settore ha facilitato la comprensione delle difficoltà e dei bisogni dei quali tener conto in un’ottica di accessibilità non più associata esclusivamente al soddisfacimento delle esigenze di mobilità delle persone su sedia a ruote, ma anche alle esigenze percettive delle persone con difficoltà sensoriali o cognitive, e alla generalità delle persone.
Superare l’approccio progettuale basato sulle “soluzioni speciali”, cioè realizzare ambienti con accessibilità riservata e attrezzature dedicate destinate a persone con diverse forme e grado di disabilità, permette infatti di realizzare il Design for All, o Universal Design, o anche Inclusive Design: metodologie progettuali che mirano a conseguire l’idoneità nell’uso di luoghi, prodotti e servizi per il più ampio spettro possibile di popolazione.
Il coinvolgimento diretto dei portatori d’interessi ha rappresentato, ancora una volta, un’esperienza formativa d’impatto per gli studenti che hanno appreso conoscenza sull’aspetto metodologico quanto su quello relazionale: lo scambio di visioni diverse su uno stesso luogo ha dimostrato quanto ogni cosa sia infinitamente più ricca e sfaccettata di quanto potrebbe sembrare ad uno sguardo parziale, incompleto e limitato.
