I cento volti dell’arte


Giorgio non trovava modo per esprimere la sua creatività. La sua condizione di disabilità lo ha fatto vivere per anni in strutture a lui non adeguate. Restituirgli l'autonomia di pensiero e di azione ha aperto la porta a un flusso incontenibile di idee e visioni che Giorgio ha convertito nella realizzazione di manufatti artistici. E ora è fiero di essere artista tra gli artisti.

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Giorgio, persona in condizione di disabilità, ha un mondo nel cuore e nella mente, che per essere espresso non ha bisogno soltanto di parole.

Nato negli anni 50, adolescente, entra nel sistema dei servizi sociali vivendo molti anni in un istituto.

A livello occupazionale non ha mai mostrato particolare  ‘voglia di lavorare’ e ‘tenacia nell’impegno’. Gironzola, guarda le cose, anche quelle piccole. Raccoglie insetti, si sofferma con gatti e cani, racconta storie che lo hanno visto protagonista, che sono un po’ inventate, un po’ vere. Giorgio però sembra non avere mai voglia di far niente, non esegue ordini, né accetta particolari compiti.

Giorgio ha vissuto così 40 anni: le sue sensazioni, le sue idee sulla vita e sul mondo passavano attraverso comportamenti talvolta conflittuali. Diventava sempre più dipendente dall’assistenza che gli veniva prestata.

Negli anni 90 inizia la svolta. Ormai in età adulta, cambiate le leggi, Inizia un percorso educativo in cui viene curata la sua autonomia.

Inizia a possedere una sua camera, con i suoi mobili e le sue cose… raccoglie fili di rame, ferro… nastri… Le mani iniziano a muoversi e intrecciano, piegano, annodano e seguono percorsi invisibili nascosti nei fili. Lì dove nessuno vede nulla, Giorgio vede. Appaiono i primi piccoli pupazzetti, alcuni fatti con brandelli di maglie usurate o lenzuola abbandonate. Hanno fattezze riconoscibili ed un’espressività a volte giocosa, a volte drammatica.

Con calma, e inaspettata lucidità, riesce, finalmente, a  far uscire quello che ha dentro (sentimenti, idee, affetti …) ed a scambiarlo con la realtà esterna.

Il suo percorso si è sempre più consolidato: è comparso lo scotch, con cui assembla pezzi di cartone, carta, scatole di medicinali, ritagli di riviste, carta d’alluminio, produrre maschere, pupazzi (anche a grandezza naturale), protesi, armi (fucili, spade, alabarde..) e per dare forma al suo immaginario, colmo di personaggi della fantascienza e della storia.

Giorgio produce e modella forme, la materia è trasformata per esprimere un senso, un sentimento, un’emozione, che in quei materiali non c’era, se non avessero incontrato le mani, i pensieri, la storia ed il cuore di Giorgio.

La Cooperativa Labirinto, in un certo senso, accoglie le sue doti, il suo talento e la possibilità di affrontare la vita con maggiore autonomia. Inserito nella comunità abitativa Giona, finalmente ha il diritto di essere se stesso con le sue difficoltà ed i suoi talenti.

Casa Giona oltre a dargli il giusto sostegno rispetto alla sua condizione di disabilità, attraverso il personale educativo ed assistenziale, lo incoraggia attivamente nella sua vita di artista accreditato: “artista” e non “disabile”!

Attraverso l’impegno della Cooperativa e la realizzazione di mostre, la sua creatività può diventare quello che è, una comunicazione in cui tutti possono riconoscere le proprie emozioni, conoscendosi un po’ di più.

Finchè nel febbraio 2015, le maschere di Giorgio sono usate per un’importante rappresentazione teatrale a Milano. Giorgio quel giorno, da uomo “normale”, ha preso il treno ed è andato in quella grande città che lo ha accolto con un caldo abbraccio e tanti applausi, come un artista tra gli artisti.

Raccontata da Manuela