In viaggio verso casa


Mamadou e le sue speranze non sono passate invano per le nostre terre e non finiscono con la sua scomparsa. La Cooperativa Labirinto, commossa e affezionata a questo uomo, si è impegnata per onorarne la sepoltura, per dare ai suoi figli la serenità di sapere il corpo del padre in un paese che l’ha accolto con amicizia e rispetto, e ha deciso di organizzare una raccolta fondi per aiutare la sua famiglia rimasta nel Mali.

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I sogni nascono e spariscono come dune di sabbia nel Sahara… ma il Sahara è sempre lì, pieno di sabbia e di cose da raccontare. La morte di Mamadou pianta una tenda nel deserto dove sedersi e raccontarsi una storia di grande umanità e rispetto.

Mamadou ha smesso di vivere in ospedale a febbraio dopo essere arrivato in Italia due mesi prima zuppo di fatica e di buoni propositi. Purtroppo qui ha trovato lo stop alla sua vita in una epatite non curata contratta nel suo paese. Gli operatori e i dirigenti della Cooperativa Labirinto lo hanno accudito negli ultimi giorni della sua vita con affetto e sensibilità. Mamadou non resta mai solo: leggiamo nel suo sguardo una dignitosa e serena malinconia e non gli facciamo mancare una parola o una carezze di conforto.

Realizziamo commossi un video con le ultime parole di dolci raccomandazioni di Mamadou, in attesa che il suo ultimo respiro gli dia finalmente pace. Ma le incomprensioni sono ancora tutte da venire e Mamadou non ha ancora concluso il suo viaggio terreno. Rispettare l’uomo da vivo come da morto è un pilastro della nostra umanità: la pietas è tutelata dalla legge italiana per qualunque tipo di culto ammesso.

Mamadou ha diritto a un funerale secondo il Rito islamico e, quindi, a essere lavato, avvolto nel sudario e seppellito rivolto verso La Mecca. Ma da cittadino straniero senza parenti in Italia che possano decidere, rischia di restare in una cella frigorifera per giorni. Lì dove l’umanità non trova barriere, la burocrazia le impone e la diffidenza le fomenta. In un rimpallo snervante tra le amministrazioni comunali di Pesaro e Fossombrone, la Cooperativa Labirinto rincorre le responsabilità e le competenze dei due Comuni fino ad arrivare al benestare di quello Pesarese che concede, per la sepoltura, il suo cimitero.

Alcuni ragazzi africani sfidano un freddo pomeriggio invernale per accompagnarlo con le loro preghiere verso la cerimonia. Siamo quasi pronti a iniziare, quando un piccolo gruppo di persone della Comunità musulmana di Calcinelli ci interrompe con inutili polemiche: per loro il corpo di Mamadou dovrebbe essere trasportato e sepolto al cimitero islamico di Ancona. Con tutte le buone parole di cui siamo capaci, spieghiamo le ottime intenzioni per onorare il corpo di Mamadou con i giusti modi seppellendolo in un cimitero dove ci sono altri Musulmani. Molti i momenti di tensione, ma con parole più o meno diplomatiche, e grazie alla fiducia che gli operatori di fede islamica della nostra cooperativa ci danno, riusciamo a farli desistere. La mattina del 21 febbraio siamo finalmente pronti. Il nostro amico Mamadou è pronto. Noi lo siamo. I suoi amici africani Intonano le rituali preghiere e le recitazioni del Corano. Riprendiamo anche questo evento per mandare il video ai suoi famigliari nel Mali. Anche noi preghiamo con le parole che ci hanno insegnato da piccoli. Ci commuoviamo. Come non potremmo?

Abbiamo dato a un uomo la dignità di essere a casa anche da noi e abbiamo raccontato a un mondo lontano che li amiamo e li rispettiamo. Mamadou e le sue speranze non sono passate invano per le nostre terre e non finiscono con quella sepoltura. La Cooperativa Labirinto, commossa e affezionata a questo uomo, ha deciso di organizzare una raccolta fondi per aiutare la sua famiglia rimasta nel Mali. L’augurio è che un giorno i suoi figli possano arrivare da noi, serenamente consapevoli che il loro padre è stato accolto come un fratello e fatto riposare per sempre in un luogo curato e adeguato dove le sue spoglie godranno di rispetto e onore.

Raccontata da Giuseppe